La commovente intervista di Lorenzo “Trastevere73” Daretti: “a me Marco Simoncelli è rimasto nel cuore”

Lorenzo Daretti, vincitore del primo MotoGp eSport Championship, spiega perché ha scelto il numero 58

Venerdì scorso si è tenuta a Valencia, Spagna la prima edizione del MotoGp eSport Championship. A vincere questo primo campionato, è stato il diciottenne italiano Lorenzo Daretti, meglio noto come Trastevere73. Giorgo Burreddu lo ha intervistato, per conto del Corriere dello Sport.

Quando è stato il momento di scegliere il numero mi è tornato in mente quel giorno, una tragedia che mi ha segnato. A me Marco Simoncelli è rimasto nel cuore, e così ho preso il 58. Ho pensato: “Cerchiamo di portarlo avanti, di rappresentarlo in qualche modo”. Dopo la mia vittoria anche Paolo, il suo papà, persona fantastica, è venuto da me, ne abbiamo parlato. Vado in moto pure io, so com’è. È hobby perché economicamente è dura. Ma cerco di trasmettere le sensazioni che ho sulla moto nei videogiochi.

Il nickname è ispirato al padre e dice:

Mi regalò la Play3, non ero ancora maggiorenne. Così l’account lo fece a nome suo. Mi è rimasto addosso, e mi piace. Papà e mamma, Barbara, sono venuti in Spagna con me. È stata un’emozione per tutti noi alzare quel trofeo.

In merito agli eSport dice:

Non è proprio come il reale, ma la competizione e l’agonismo sono gli stessi. Di sicuro gli eSports hanno un fattore comune agli sport: la concentrazione. Il livello è altissimo, devi stare al top. Allentamenti? Due ore al giorno. Con una dozzina di amici abbiamo fatto un gruppo WhatsApp e messo su un campionato, il Sic58Academy. Ognuno dalla sua stanza. Invece a Valencia, durante la semifinale, ho avvertito una grande tensione. Ho pensato: “Lorenzo, goditela. Pensa di stare a casa tua.” È andata bene. Un’esperienza fantastica, ancora non ho realizzato. La notte dopo essere diventato campione non ho dormito, la mattina stavo in un frullatore. Incredibile. L’idea è fare fisioterapia, ma non escludo di poter diventare un giocatore eSports di professione.

L’incidente:

Papà mi ha messo su una moto a sei anni, ma ho avuto subito un episodio brutto: manovra azzardata, e finisco contro un muro. Ho mollato. Chissà se avessi continuato. A undici anni ho ripreso con una Aprilia Rs125, una due tempi. Ora sto pensando di comprarmi una bella moto e fare uno step successivo. Magari dando la paga al mio papà e ai suoi amici, tanto per iniziare.

Alla fine dell’intervista Lorenzo confessa che la BMW, vinta al torneo, è “la macchina dei miei sogni, coi sedili riscaldati, il wi-fi, le lucine e i led” e che gliela consegneranno a Roma tra quattro mesi.


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