L’articolo di GQ UK fa discutere sugli eSport: la battuta infelice sulla vita sessuale dei videogiocatori crea polemiche
Non è una novità che gli appassionati di videogiocatori vengano considerati degli “sfigati” per via del loro passatempo. È uno stereotipo duro a morire e molti ormai non ci fanno neanche più caso. Però non si può non far caso alla battuta infelice di un giornalista sportivo. Su GQ UK ieri è stato pubblicato un articolo scritto da Andy Mitten nel quale parla di come le nuove generazioni si interessino sempre di più alle competizione di eSport. Nell’articolo c’è però una frase che ha scatenato polemiche da tutto il mondo: “some of the athletes even look like they’ve had consensual sex“, a giudicare dall’aspetto di alcuni atleti, sembra che loro abbiano anche fatto sesso consenziente. Battuta infelice o vero e proprio insulto? Gli utenti di internet si lamentano del fatto che il giornalista, in un’unica frase, non solo abbia insinuato che i videogiocatori sono sfigati, ma anche che l’unico modo possibile per loro di fare sesso è essere stuprati. Comprensibile la reazione dei lettori: i rape joke sono un tipo di umorismo mal visto da molti al giorno, ritenendo disgustoso fare battute sullo stupro, quasi come se fosse una cosa normale sulla quale ci si può scherzare su.
Inoltre molti si sono infastiditi dal fatto che il giornalista si sia permesso di avanzare ipotesi sulla vita sessuale o mancanza di essa dei videogiocatori professionisti: oltre che maleducato, molti ora lo vedono come un adulto con la mentalità di un adolescente, per il quale il sesso è l’unico modo per misurare il valore di una persona. Ha fatto anche discutere il fatto che dal tono dell’articolo, sembra quasi che il giornalista guardi dall’alto in basso gli atleti di esport, considerando il tutto solo un nuovo modo per far soldi. Molti utenti su internet affermano che, se GQ UK stesse tentando di attirare un pubblico più giovane, il suo tentativo non è andato a buon fine in quanto l’articolo sembra più insultare e alienare i potenziali lettori, piuttosto che invogliarli a seguire gli articoli del sito web.